Bhè, credo che per i prossimi due-tre giorni la mia attività di blogger andrà in pausa, causa libagioni e festeggiamenti vari.
Auguri a tutti!
lunedì 31 dicembre 2007
Buon anno a tutti!
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domenica 30 dicembre 2007
Pepe Carvalho, investigatore sui generis.
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sabato 29 dicembre 2007
"Assassinio al Comitato Centrale", di Manuel Vazquez Montalban. Prime impressioni.
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giovedì 27 dicembre 2007
Il prossimo libro.
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martedì 25 dicembre 2007
Recensione del libro "La città delle bestie", di Isabel Allende.
Isabel Allende gioca con diversi generi letterari (avventura, fantasy, thriller) in modo molto efficace, utilizzando un linguaggio semplice e coinvolgente. Veramente un bel libro per ragazzi. Tutto lo scritto è permeato di valori sociali e rispetto per l'ambiente, e di fatto può essere visto come la storia dell'iniziazione alla vita adulta del giovane Alexander. Un libro che è un'invito a lasciare aperta la porta all'immaginazione e alla creatività, e nel quale trionfano i valori come l'amicizia, il rispetto degli altri e delle loro idee, l'assunzione della responsabilità delle proprie azioni, il coraggio, la generosità. Insomma, un libro divertente e educativo, lontano anni luce dal pattume che mediamente viene scritto per i nostri ragazzi.
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lunedì 24 dicembre 2007
La legge della reciprocità.
Una bella storia con degli insegnamenti morali. In realtà tutto il libro è permeato di tematiche sociali e di rispetto dell'ambiente. Questi concetti vengono tuttavia proposti in maniera leggera e godibile. Una bella lettura per giovani (e non solo), alla faccia del vuoto pneumatico proposto da scrittori come Federico Moccia, dove la realtà sembra esaurirsi nelle griffe e nella violenza gratuita e autoreferenziale.
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domenica 23 dicembre 2007
La famiglia è in crisi...
"Nadia constatò che per il Popolo della Nebbia era normale avere più spose o più mariti; nessuno restava solo. Se un uomo moriva, i figli e le mogli venivano immediatamente adottati da qualcun altro in grado di proteggerli e badare a loro. Era il caso di Tahama, che doveva essere un ottimo cacciatore, visto che si occupava di varie donne e di una dozzina di bambini. Dal canto suo una madre, il cui sposo non fosse un ottimo cacciatore, poteva avere altri mariti che l'aiutassero a nutrire i figli. Di solito, i genitori promettevano le figlie in sposa già alla nascita, ma nessuna ragazza era costretta a sposarsi o a stare con un uomo contro la propria volontà..."
Ognuno può pensare come meglio crede, ma devo dire che queste frasi mi hanno fatto riflettere a lungo... chi è più civile??... Noi o loro??...
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sabato 22 dicembre 2007
La nostra società ha dimenticato i riti d'iniziazione.
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giovedì 20 dicembre 2007
Isabel Allende, uno stile veramente godibile.
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mercoledì 19 dicembre 2007
Prime impressioni sul libro "La città delle bestie", di Isabelle Allende.
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martedì 18 dicembre 2007
Il nuovo libro.
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domenica 16 dicembre 2007
Recensione del libro "Compagni di sbronze", di Charles Bukowsky.
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sabato 15 dicembre 2007
Un pensiero di Charles Bukowsky sulla vita.
Se succede qualcosa di brutto, si beve per dimenticare;
se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare:
se non succede niente si beve per far succedere qualcosa.
Charles Bukowsky."
Riassumo: si beve sempre. Qualsiasi cosa succeda.
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venerdì 14 dicembre 2007
...Charles Bukowsky... ehm... sono alquanto perplesso...
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giovedì 13 dicembre 2007
Charles Bukowsky, uno stile a dir poco disinvolto.
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mercoledì 12 dicembre 2007
Dubbio amletico.
Però il livello dello spam nei commenti del mio blog ha superato il limite di guardia. Sono molto indeciso. Censurare o non censurare??! Spero che il sonno porti consiglio.
martedì 11 dicembre 2007
Charles Bukowsky, ovvero l'esaltazione del degrado umano.
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lunedì 10 dicembre 2007
Un'altro libro, un'altra storia.
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domenica 9 dicembre 2007
Recensione del libro "Buskashì. Viaggio dentro la guerra", di Gino Strada.
Questo libro è di fatto il diario di viaggio di un gruppo di medici di Emergency che entra in Afghanistan per riaprire un ospedale a Kabul, allora controllata dai Talebani. Il tutto pochi giorni prima dell'offensiva dei Mujahidin (appoggiati dagli States), seguito ai tragici fatti dell'11 settembre 2001. In seguito al previsto attacco, tutte le organizzazioni umanitarie, Croce Rossa in testa, scapparono dal martoriato Afghanistan. Emergency invece ci entrò. Una scelta coraggiosa, al limite del suicidio. Al di là della mera cronaca dei fatti, il libro è un'amara riflessione sull'assurdità della guerra, sulle atroci sofferenze che questa porta alla popolazione, civili in testa. Ed è anche un'amara riflessione sull'incongruenza dell'informazione che ci viene fornita dai media, sull'inconsistenza del concetto di "guerra giusta", di "bombe intelligenti" e altre amenità che ci vengono quotidianamente propinate. Alla fine rimane una terra martoriata, quella dell'Afghanistan, contesa da più parti per sporchi interessi che nulla hanno a che fare con la popolazione locale. Un bel libro. Grazie Gino.
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sabato 8 dicembre 2007
La guerra è una cosa brutta.
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venerdì 7 dicembre 2007
I Talebani sono un tipico prodotto americano.
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giovedì 6 dicembre 2007
Il pensiero di Gino Strada sulla guerra.
"...
E' stata scritta venticinque secoli fa.
Se capisco bene, Trasimaco vuol dire che tutto quello che viene presentato come assoluto, il "giusto" - ma potrebbe anche essere la "verità", o la "libertà", o la "democrazia" - non è poi quella cosa certa, perfetta, immutabile, indiscutibile.
Perché è proprio il negare l'evidenza di Trasimaco - nascondendo a tutti i costi dietro sommi principi e parole roboanti il fatto che stiamo solo facendo il nostro interesse - che ci fa poi sentire portatori della verità, depositari dell'assoluto, paladini del bene, giudici supremi, baluardi della civiltà, gendarmi del mondo.
Se dimentichiamo Trasimaco, se lo censuriamo, allora ci sentiamo nel giusto, anzi nel Giusto. E anche le nostre azioni, almeno ai nostri occhi, troveranno giustificazione. Di più: saranno giuste.
In Afghanistan molti esseri umani sono morti, perché a molti è stato utile, e perché molti si sono sentiti nel giusto.
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mercoledì 5 dicembre 2007
Reportage di guerra.
Gafur. Un civile? Un talebano? Un terrorista? Un mujahedin?
Soltanto un uomo.
Che probabilmente morirà oggi, 13 novembre, prima vittima nella Kabul "liberata", una delle tante vittime di questa storia cominciata il 9 settembre 2001"
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martedì 4 dicembre 2007
Per il momento basta con la fiction.
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domenica 2 dicembre 2007
Recensione del libro "Kitchen", di Banana Yoshimoto.
I primi due racconti hanno come protagonista una giovane donna, Mikage Sakurai, recentemente rimasta sola al mondo in seguito al decesso della nonna. I due racconti (il secondo è il logico proseguimento del primo) possono essere sinteticamente riassunti come la nascita di una storia d'amore tra Mikage e un ragazzo, Yuichi. Una unione di due solitudini. L'amore di Mikage per la cucina agisce come tema di raccordo nella trama e come occasione per descrivere gli stati d'animo dei vari personaggi. La storia è estremamente intimistica e vagamente onirica, un velo di tristezza infinita sembra permeare tutto. La leggerezza e la poesia usata dalla Yoshimoto per descrivere situazioni di per sè molto negative è magistrale. La scrittrice inoltre gioca molto con il concetto di famiglia e con i ruoli maschile e femminile, senza mai cadere nella volgarità o nel banale. Grande.
L'ultimo racconto, "Moonlight Shadows", è secondo me un piccolo capolavoro. La storia è ancora più triste. La protagonista è Satsuki, un ragazza. Ha di recente perso in un tragico incidente stradale il suo ragazzo. Assieme a lui è morta anche la ragazza del fratello minore di questi. Satsuki incontra una ragazza, Urara, che le permette (sfruttando una rarissima aberrazione spazio temporale), di godersi un ultimo addio col proprio ragazzo. Contemporaneamente, nasce una profonda amicizia tra Satsuki e il fratello minore del defunto. Detta così può sembrare una storia assurda o stupida, ma la capacità della Yoshimoto di descrivere gli stati d'animo e i pensieri di Satsuki è magistrale.
Un ultima considerazione. Il libro è abbastanza corto. Circa 150 pagine. Tuttavia questo fatto è ininfluente dal punto di vista della qualità. I tre racconti sono tutti autonomi e compiuti. Non si percepisce alcun taglio (a differenza del libro "Vukovlad. Il signore dei lupi" dello scrittore Paolo Maurensig), e sono pefettamente coerenti e omogenei dal punto di vista dello stile e dei contenuti (a differenza del libro "L'elenco telefonico di Atlantide", dello scrittore Tullio Avoledo). Inoltre lo stile è talmente superiore a quello di Mauro Corona che credo non abbia senso fare un confronto. Insomma, visto che su Federico Moccia stendo un velo di pietoso silenzio, "Kitchen" di Banana Yoshimoto è il migliore dei cinque libri che ho letto da quando ho aperto il blog.
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Lettura finita.
"Conquistare e crescere: credo che in queste due azioni sia scritta la storia spirituale di ognuno, con tutte le sue speranze e potenzialità. Ci sono tanti amici, tante persone che conosco che vanno sempre più avanti, lottando con la vita di ogni giorno come sanno, con impeto o con dolcezza. Questo mio primo libro è dedicato a tutti loro.
L'ho scritto mentre facevo la cameriera in un locale.
...
E poi vorrei dire a tutte le persone sconosciute che leggeranno questo mio primo, immaturo lavoro, che se li facessi sentire anche solo di un pochino più sollevati, non ci potrebbe per me gioia più grande. In attesa di ritrovarci la prossima volta, vi auguro con tutto il cuore ogni felicità."
Pubblicato da whiteknight alle 05:39 14 commenti
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sabato 1 dicembre 2007
Banana Yoshimoto, una grande scrittrice.
"... ognuno di noi pensa di avere molte strade e di potere scegliere da sé. Ma forse sarebbe più esatto dire che sogna il momento di scegliere. Anche per me è stato così. Ma ora lo so. Lo so con tanta chiarezza da poterlo mettere in parole. La strada è sempre decisa, non però in senso fatalistico. Sono il nostro continuo respirare, gli sguardi, i giorni che si succedono a deciderla naturalmente. Così a qualcuno può capitare di trovarsi, come se fosse la cosa più normale del mondo, in pieno inverno dentro una pozzanghera su un tetto in un paese sconosciuto, a guardare il cielo notturno insieme a un katsudon*.
"Ah, com'è bella la luna!"
Mi rimisi in piedi e bussai alla finestra di Yuichi."
* Il katsudon è un cibo giapponese.
Pubblicato da whiteknight alle 11:51 1 commenti
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