domenica 30 settembre 2007

Birmania, ennesimo fallimento dell'onu?!

L'inviato speciale del Consiglio di sicurezza dell'Onu Ibrahim Gambari è arrivato in Birmania. Mah. I militari presidiano le città. Internet è stata nuovamente oscurata, per cui avere notizie di prima mano è sempre più difficile. Mi chiedo cosa farà l'ONU. Anzi, più correttamente mi chiedo cosa è in grado di fare l'onu, oltre a inviare qualche inviato speciale a bere un paio di caffè con i ceffi della giunta militare. Povera Birmania.

venerdì 28 settembre 2007

Birmania, che vergogna!

Quanto sta accadendo in Birmania è scandaloso. Sparare su monaci indifesi. Pazzesco. Bush ha protestato per i terribili fatti accaduti, mi chiedo però come mai non si accinga a invadere questa nazione - come invece ha prontamente fatto in irak - in difesa dei sacri valori della democrazia! Che sia forse perché la Birmania non è piena di ricchezze petrolifere?!
Comunque una delle prime cose che l'infame regime militare ha fatto in risposta alla sollevazione popolare è stato oscurare (o almeno ci ha provato) internet. Questa è l'ennesima conferma di quanto la Rete sia diventato un potente strumento di informazione libera e indipendente, temuto da quanti invece vorrebbero controllare i mass media. A partire dai nostri amatissimi politici. Grillo insegna. Che Dio salvi la Rete!

giovedì 27 settembre 2007

Una sfida con me stesso.

Con raro spirito di sacrificio continuo nella lettura di "Tre metri sopra il cielo", dell'acclamatissimo Federico Moccia. Ormai è una sfida personale. Una sfida con me stesso. Il libro si lascia leggere, grazie alla semplicità del linguaggio e alla banalità della storia, altamente prevedibile e quindi fruibile anche da un cerebroleso. La trama però è avvilente. In soldoni, la storia d'amore tra Babi, ragazzina straviziata, e Step, muscoloso palestrato nullafacente e teppista di strada. Entrambi sono figli di genitori strapieni di soldi e dalla non meglio identificata attività lavorativa. Alta borghesia, comunque. Il fratello di Step, Paolo, fa il commercialista in carriera, ma ovviamente fa la figura dello sfigato pippaiolo. Step, invece, picchiatore di strada che vive di espedienti circondato da amici cialtroni e mezzi delinquenti (per non dire del tutto), fa la figura del vero figo. Avvilente. Ovviamente il poverino è ridotto così perché ha subito un trauma, che tuttavia deve ancora definirsi meglio. Poverino. E' per questo che va in giro a pestare la gente e a estorcere soldi anche a suo fratello. In realtà è solo una povera vittima... Patetico.
Comunque ormai sono arrivato a un terzo del libro. Ho deciso di turarmi il naso e bere fino in fondo l'amaro calice. Certo che se ai giovani d'oggi (non che io abbia mille anni) basta leggere questa pacottiglia per sognare e volare tre metri sopra il cielo, siamo veramente messi male.

mercoledì 26 settembre 2007

Federico Moccia?! Mmmmmmm....

Oggi purtroppo ho avuto poco tempo per leggere, ma forse è meglio così. "Tre metri sopra il cielo" odora proprio di ciofeca. Mamma mia. Tre metri sopra... meglio che mi autocensuri. Le prime pagine mi sembrano una rassegna di moda. Al di là della dettagliata rassegna di marche, rimane una storia che si sviluppa tra ragazzine viziate e maschietti superfighi palestrati, in un contesto dove sembra che i soldi cadano dal cielo... ma c'è qualcuno che lavora, a Roma?! O la gente si mantiene spaccando la faccia a qualcuno nelle risse?! Bho!
Non mi piace l'idea di non finire di leggere un libro, ma mi sa che farò un'eccezione. La cosa che mi lascia perplesso è che, a quanto leggo in giro, si tratta di un best seller. Allora mi chiedo se sono io completamente rimbecillito (o fuori dal mondo) oppure se per vendere bisogna necessariamente produrre pattume.

martedì 25 settembre 2007

Brainstorming post-concerto.

Ieri sera sono andato a vedere il concerto di David Sylvian a Reggio Emilia, nel bellissimo teatro Romolo Valli. Concerto altamente godibile, ottima musica, acustica eccellente, grandi artisti sul palco. Unico neo, la performance era forse un po' troppo corta. I postumi di una sbronza colossale hanno allargato gli orizzonti della mia percezione. Così, nel notturno viaggio di ritorno, mi sono ritrovato a meditare sul mio neonato blog, l'ancora acerbo Il Cavaliere Bianco. Ho così realizzato che non ha molto senso porre grandi limiti allo scopo del blog in sé. Quello che viene viene. I blog non sono forse nati per essere dei diari?! E allora che diario sia. Certo, rimarrà sullo sfondo il tema letterario, ma questa è una inevitabile conseguenza di questo periodo della mia vita. L'idea di scrivere solo due-tre post al mese di recensione dei libri che leggo è in effetti troppo riduttiva. La risorsa c'è: perché non utilizzarla?! Le magiche note di Sylvian e torrenti di sano vino emiliano mi hanno allargato la mente.
Tra l'altro ieri ho anche comprato un libro di Federico Moccia, "Tre metri sopra il cielo". Oggi ho letto le prime pagine. Mmmmmmm..... Così, a naso, mi sembra una ciofeca. Una vera ciofeca doc. Mah! Vedremo nei prossimi giorni. Al momento mi sembra una storiella risibile, apologia di uno stile di vita basato sul nulla. Mi sembra più una pubblicità di articoli alla moda che altro. Poi magari qualcuno mi dirà che sono senz'anima, che non riesco a capire la poesia di questo romanzo o presunto tale. Opinione lecita, ovvio. Ma anche il mio attuale punto di vista lo é.

venerdì 21 settembre 2007

Perchè "Il Cavaliere Bianco?!"

Oggi mi sono alzato presto. La prima cosa che mi è venuta in mente è:"Ma perché ho chiamato il mio blog Il Cavaliere Bianco?!" In effetti evoca un immagine che con la recensione dei libri ha poco a che fare. A meno di considerare un lettore di libri un eroe solitario nella società moderna italiana, dove il 38% dei cittadini dichiara di non leggere neanche un libro all'anno... Mah! Certo, quella del cavaliere bianco è una bella immagine, almeno nella mia testa. Forse basata sull'ancestrale coppia polare bianco/buono - nero/cattivo. Forse legata all'idea del cavaliere nobile e romantico. O forse legata all'instabilità cronica dei miei equilibri interiori. Chi può dirlo. Ma perché mi faccio sempre domande inutili?! Comunque rimane il fatto che tra poco parto per un breve viaggio in centro Italia. Tornerò tra due giorni, nel frattempo il blog languirà...

Diventare un blogger.

Mi ha sempre affascinato l'idea di avere un blog. Mi chiedo perché. Dividere le proprie esperienze in rete?! Ovviamente anche sì, altrimenti basterebbe tenere un diario cartaceo personale. Ma è solo questo?! Non saprei. Il fatto è che l'idea in sé mi affascina. Questo per me è un motivo sufficiente. Ma poi, perché chiedersi sempre il perché di tutto?!
Bene, dopo avere deciso di diventare un blogger, il passo successivo è stabilire qual'è il tema del blog. Anzi, a dire il vero la domanda sarebbe: "Ha senso stabilire che il blog deve avere un tema definito? E se sì, quale?!" Beh, in linea generale e teorica direi che uno nel suo blog scrive quello che meglio crede. Tuttavia è certo che scegliere un tema aiuta. Semplifica la vita. Crea un canale privilegiato attraverso il quale il pensiero si organizza più facilmente in qualcosa di intellegibile e quindi comunicabile. Una cosa che volevo fare da tempo è scrivere delle recensioni sui libri che leggo. A dire il vero non leggo moltissimo. Un paio di libri al mese, forse qualcosa di più.
In teoria pare che il blog non sia un mezzo utilizzabile se uno vuole scrivere due recensioni al mese. Ho avuto una discussione accesa con un mio amico pochi giorni fa su questo tema. "Se vuoi pubblicare in rete delle recensioni, allora iscriviti a un forum, a un sito di opinioni o fatti un tuo sito. Ma, per l'amor di Dio, NON usare un blog! Un blog DEVE essere aggiornato ogni giorno, altrimenti NON è un blog!!!" Ma dove sta scritto, mi chiedo?! Se a me va bene di scrivere due post al mese, qualcuno forse me lo vieta?! Quindi ho deciso di fregarmene di queste regole (vere o presunte che siano) e di aprire un mio blog. Dedicato principalmente alle mie due-tre recensioni mensili sui libri che leggo. E poi voglio essere franco: di farmi un sito tutto mio per questo scopo non avevo nessuna voglia. Pigrizia? Forse. O forse semplice buon senso. Ai posteri l'ardua sentenza.