domenica 3 febbraio 2008

Recensione del libro "Non dire notte", di Amos Oz.



Noa e Theo sono una coppia in crisi. Lui è un sessantenne architetto di successo ormai stanco di lottare e pago della vita intensa che ha vissuto. Lei è un'isegnante di lettere quindici anni più giovane, ancora grintosa e con tanta voglia di mettersi in gioco. L'improvvisa morte per fatti di droga di uno dei suoi allievi è l'evento che rischia di fare saltare i già fragili equilibri della coppia. Il genitore del ragazzo - un addetto alla sicurezza che lavora all'estero - decide infatti di aprire un centro di recupero per tossicodipendenti e chiede l'aiuto di Noa. Questa si getta a capofitto nel progetto, mentre Theo sembra indifferente alla cosa. Viene aiutata da un'eterogenea compagine dei persone: Ludmir, idealista e nevrotico divorziato, Muki, agente immobiliare che gioca a fare il dongiovanni e Linda, una introversa divorziata. Il gruppo deve scontrarsi con la sorda ostilità della popolazione di Tel Kedar, piccola cittadina che sorge nel deserto israeliano dove è ambientata la storia.
Questo bellissimo romanzo non ha nulla a che fare con la guerra, con la politica, con la Shoah, con le problematiche legate alla convivenza con il mondo musulmano. Amos Oz si tiene ben lontano dal campo minato costituito da queste problematiche. Peraltro già inflazionate. Tutto il libro ruota invece all'evoluzione del rapporto tra Noa e Theo. Amos Oz indaga con grande discrezione e poesia nell'animo dei due protagonisti, senza mai cadere nella trappola delle analisi psicologiche, dei giudizi o della pedanteria. Il libro è prevalentemente scritto in prima persona, fornendo al lettore il punto di vista di entrambi i protagonisti. Punto di vista privilegiato, che permette di sorridere sui malintesi che si vengono a creare tra Theo e Noa. Intorno alla coppia si muove un universo multiforme costituito da vari personaggi immersi nella loro quotidianità. Sullo sfondo è sempre presente il deserto, con il suo carico di fascino e mistero.
Riassumendo si tratta di un ottimo libro, intelligente, delicato, scritto benissimo e fondamentalmente positivo. Il messaggio di Amos Oz mi sembra molto chiaro: la vita è dura, tutti - chi più chi meno - siamo vittime dei nostri schemi mentali, subiamo le circostanze della vita, oscillamo incoerentemente tra ideale e necessità, ma in fondo quello che rimane sono i sentimenti. Quelli veri.
Ho scoperto un'autore che sicuramente rileggerò. Metto questo libro nella sezione "I migliori libri che ho letto da quando ho aperto questo blog". Consiglio caldamente la sua lettura.


21 commenti:

encantada ha detto...

Sembra proprio un bel libro! Grazie per la recensione, Cavaliere!

Anonimo ha detto...

Chi semina bene raccoglie meglio.

encantada ha detto...

Ma cosa vuoi dire, Piero? Conosci anche tu questo scrittore? Hai letto dei suoi libri?

algor ha detto...

Lascia perdere, encantada. Piero è monodirezionale nei suoi dialoghi. Ogni tanto posta una frase. Punto e basta. Il Cavaliere non vuole attivare la moderazione del blog, quindi lascia fare. Non perdere tempo a cercare risposte da lui.

encantada ha detto...

Un tentativo si può sempre fare, no?

algor ha detto...

Comunque bella recensione, Cavaliere. Alla prossima!

Barby ha detto...

Sei stato molto chiaro, Cavaliere. Credo che non mi dimenticherò più che Amos Oz è isrealiano, e non musulmano!
Buona settimana a tutti! :)

Anonimo ha detto...

Chi tanto sa, poco parla. Chi tanto sa, poco dice.

Anonimo ha detto...

Bella recensione, mi ha fatto pensare questa cosa che si interpreti la vita per schemi mentali fissi, spunto per un nuovo post!
Effettivamente gran parte dei malintesi con le persone, ed in particolare tra uomo e donna, è proprio legato al diverso modo di reagire alle situazioni, e di dar loro un significato.
Bravo bravo... devo pensarci sopra.
Baci, Neve.

Anonimo ha detto...

Errata corrige:

Chi tanto sa, poco parla; chi poco sa, tanto parla.

Anonimo ha detto...

E' meglio star zitti e dare l'impressione di essere stupidi che parlare e togliere ogni dubbio.
:)
Neve.

encantada ha detto...

Troppo forte, Neve! Ma Piero non replica mai? Oggi si è corretto da solo... incredibile.
Comunque quello della comunicazione è un grosso problema, non solo nella vita di coppia: in generale conoscere sè stessi è già molto difficile, figuriamoci conoscere bene gli altri! Senza contare che col tempo si cambia...

Barby ha detto...

Secondo me si capisce subito se si sta bene insieme o no. Forse vi fate un pò troppi problemi.

encantada ha detto...

Barby, anche io quando ero giovane la pensavo così. Poi invece mi sono resa conto che non è tutto così semplice. Un corso è innamorarsi, un conto è mantenere un rapporto stabile nel tempo... negli anni... serve tanta comprensione e tolleranza. E spesso non bastano.

Anonimo ha detto...

Il matrimonio è sacro. L'uomo non può separare ciò che Dio ha unito.

whiteknight ha detto...

Credo che non ci sia niente di meno facile del capire gli altri. Veramente spesso ho problemi anche a capire me stesso, quindi...

Per Piero: Amen. Facci sapere la data del prossimo raduno dei neocatecunemi.

Anonimo ha detto...

Barbi: in parte concordo, in genere si capisce subito se con una persona c'è o non c'è il famoso "feeling", ma come dice Encantada poi le cose si complicano quando il rapporto diventa stabile.
Alle volte sarebbe meglio non cercare di capire tutto per forza, ma prendere atto e basta. Vale per gli altri ma anche per noi stessi.
Cavaliere: penso che già il fatto di cercare di interpretare il nostro essere sia un gran passo, impossibile però carpire l'essenza di un elemento in evoluzione.
(miii com'è venuta bene 'sta frase!)
Baci. Neve.

Barby ha detto...

Credo non sia facile gestire un rapporto di coppia negli anni. Vedo i miei genitori... meglio lasciare perdere. :(

Anonimo ha detto...

Ecco sì, meglio lasciar perdere!
Neve.

Anonimo ha detto...

Riconosco che è un bel libro, però non mi è piaciuto o, meglio, non mi ha appasionato -
per il ritmo lento, lo stile compiaciuto, perché non succede nulla , la vivisezione del rapporto amoroso sembra alla fine un tormento gratuito e senza scopo

whiteknight ha detto...

Bhè, Francesca, il mondo è bello perchè è vario. A me invece il libro è piaciuto moltissimo proprio perchè è lento e apparentemente non succede nulla, ma in realtà descrive molto bene (secondo me) l'evoluzione del rapporto di coppia dal punto di vista di entrambi i personaggi.
Questione di punti di vista...