lunedì 31 marzo 2008

Il prossimo libro.

Ho deciso di leggere un'altro libro di Banana Yoshimoto, scrittrice giapponese che mi ha molto colpito con il suo libro d'esordio, "Kitchen". Oggi ho comperato "Arcobaleno". Comincerò a leggerlo stasera, prima di andare a dormire. Sono proprio curioso...

sabato 29 marzo 2008

Recensione del libro "Il paradiso degli orchi", di Daniel Pennac.



Il protagonista di questo libro, scritto tutto in prima persona, è l'ormai mitico Benjamin Malaussène, assunto come capro espiatorio in un grande magazzino. Il suo compito consiste nell'impietosire i clienti pronti a sporgere reclamo per la merce difettosa, facendo risparmiare all'azienda un sacco di soldi. Malaussène con questo improbabile ma lautamente pagato mestiere mantiene la sua ancora più incredibile famiglia, formata dai suoi fratellastri e sorellastre, sfornati a periodi regolari dalla loro comune madre, abituata a cambiare frequentemente uomini, non prima di essersi fatta mettere incinta. Tuttavia nel grande magazzino cominciano a verificarsi inspiegabili attentati dinamitardi, che avvengono sempre in presenza del buon Malussène, che inevitabilmente finisce per diventare il principale indiziato. Dovrà quindi improvvisarsi investigatore, aiutato da una giornalista d'assalto e dalla sua famiglia.
Una storia quasi surreale, per alcuni aspetti fiabesca, scritta con eccezionale fantasia e tanto humour, che gronda da ogni pagina del libro. Il personaggio di Malussène, poi, è semplicemente geniale: non per niente è ormai diventato un mito del nostro tempo. Un libro che comunque è anche una divertente riflessione sulle contraddizioni della nostra società consumistica. In particolare nella storia è sempre presente il conflitto tra la necessità di accettare razionalmente le convenzioni borghesi da una parte (il grande magazzino incarna questo aspetto), e il bisogno di accettare l'irrazionale, il non codificato come necessità per viversi la vita (la famiglia di Malaussène ne è il paradigma). Insomma un libro che si presta a riflessioni che vanno molto al di là della storiella divertente che potrebbe emergere da una prima superficiale lettura.
Un libro che vale senz'altro la pena di leggere, anche se devo dire che lo stile di Pennac in sé non è sempre fluido e lineare.

mercoledì 26 marzo 2008

"Il paradiso degli orchi", di Daniel Pennac: lettura finita.

Stasera ho finito di leggere il libro "Il paradiso degli orchi", di Daniel Pennac. Un buon libro, molto originale e godibile, tuttavia devo dire che lo stile di Pennac non mi convince del tutto. A tratti è veramente poco fluido, anche se privo dei fastidiosi barocchismi letterari alla Baricco e comunque ricco di contenuti e idee brillanti. Voglio dormirci sopra.

domenica 23 marzo 2008

Buona Pasqua!

sabato 22 marzo 2008

"Il paradiso degli orchi", di Daniel Pennac: prime impressioni.

Che dire, ho letto solo poche pagine. L'idea alla base di questo libro è geniale. Non per niente ha creato un mito, Benjamin Malaussène, l'uomo che di professione fa il capro espiatorio, anticonformista al di fuori di tutti gli schemi. Malaussène si muove nel mondo surreale di un grande magazzino, diviso tra il suo improbabile lavoro e la sua famiglia, costituita dai suoi fratellastri e sorellastre, che sua madre ha messo al mondo da uomini diversi, e un cagnone puzzolente, Julius. Tutte le pagine sono permeate di una ironia veramente molto godibile, le pagine scorrono piacevolmente. Solo ogni tanto lo scritto non è molto fluido, alle volte Pennac mi sembra scriva in modo disarticolato, per cui devo rileggere per ritrovare il filo. O Forse sono io troppo stanco...

venerdì 21 marzo 2008

La prossima lettura.

Gli ultimi due libri sono stati delle eccellenti letture. Prima lo spassosissimo "Toni Picotto e il tempio dei sortilegi", del geniale ma sconosciuto Uto Grisolfi, poi il crudo "Come una bestia feroce", di Edward Bunker, vero scrittore di razza. Il prossimo sarà "Il paradiso degli orchi", di Daniel Pennac, che mi risulta essere il primo della saga di Benjamin Malaussène, l'ormai mitico prototipo del capro espiatorio. Vedremo.

giovedì 20 marzo 2008

Recensione del libro "Come una bestia feroce", di Edward Bunker.



Edward Bunker, delinquente incallito nella vita reale, ha con questo libro fornito una stupenda fotografia del mondo del crimine, guardato dal punto di vista dei malviventi. Uso volutamente il termine "fotografia", dopo avere passato ore a cercare quello giusto. Lo stile di Bunker, essenziale, privo di artifici retorici o di forme lessicali particolarmente ricercate, poco descrittivo, dai ritmi sempre più serrati a mano che la storia entra nel vivo, spinge il lettore a immedesimarsi nella vita del protagonista Max Dembo, venendo letteralmente risucchiato nella storia. Tuttavia la fotografia che in modo magistrale Edward Bunker fornisce del mondo del crimine non è un fotografia asettica, in bianco e nero, né iperrealista. Bunker è un grande perché riesce veramente a mantenere un equilibrio perfetto - ma dinamico - tra la mera descrizione dei fatti e la necessità di rendere godibile la loro fruizione da parte del lettore. Il libro è diviso in tre parti ed è interamente scritto in prima persona. La prima parte lascia un certo spazio ai ragionamenti e alle considerazioni sulla vita di Max Dembo, criminale con evidenti tratti autobiografici, e descrive l'uscita di galera in libertà condizionata del protagonista, convinto di tentare a ogni costo di reinserirsi nella società civile. Questa prima parte è la più "filosofica", se mi è permesso il termine, regalando al lettore diverse "perle" sulla visione del mondo dei criminali. Quella successiva descrive il totale fallimento dei tentativi di Max di girare pagina. Non c'è nulla da fare: gli automatismi della società (e anche i suoi personali) lo riconducono inevitabilmente sulla strada del crimine. La storia accelera rapidamente di ritmo, Bunker asciuga rapidamente ogni velleità filosofeggiante e il libro descrive lo scivolare di Max Dembo nel mondo della rapina a mano armata con toni "naturalistici", se mi è permesso il termine. L'adrenalina comincia a scorrere nelle vene dei personaggi e anche in quelle di chi legge (almeno questo è quello che è successo a me). La terza parte è puro cardiopalma. Leggerla è stato per me come essere seduto in prima fila al cinema a guardare un ottimo film d'azione. Impossibile staccare. L'ho letta tutta di fila, rimanendo sveglio fino a notte fonda, ipnotizzato dal magico Edward Bunker. Su tutta quest'ultima parte aleggia la spada di Damocle del destino. Max Dembo percepisce chiaramente la sua situazione senza speranza, eppure continua nel suo percorso di lucida e consapevole fuga da ogni regola sociale, vissuta come realtà inevitabile, un destino ineluttabile. Fino all'epilogo finale, che termina con un secco "Fanculo!", che chiude questo stupendo romanzo. Forse il "Fanculo!" finale è la perfetta sintesi del pensiero criminale del protagonista Max Dembo. Grande libro, grande Edward Bunker. Libro altamente consigliato.

mercoledì 19 marzo 2008

"Come una bestia feroce", di Edward Bunker: lettura finita.

Ho appena finito di leggere questo libro. Bellissimo. Edward Bunker è un grande scrittore che ho scoperto grazie a Il Prins, che ringrazio sentitamente. Difficile scrivere una recensione così a caldo. Mi prendo un giorno per riflettere, quando penso a questo libro i pensieri turbinano nella mia testa. Mi serve un pò più di ordine mentale. Meglio dormirci sopra...

martedì 18 marzo 2008

Pensiero criminale - parte seconda.

Oggi posto un altro brano dal libro "Come una bestia feroce", dello scrittore Edward Bunker. Il pensiero di un compagno di cella del protagonista Max Dembo, prototipo del criminale incallito.

"... Ma a un certo punto ho deciso di non sfidare il destino. E il mio destino è di essere un criminale e di passare tre quarti della mia vita in galera. Magari il tuo è diverso. Ma un giorno o l'altro, che sia domani o fra vent'anni quando ne avrai cinquanta, ti renderai conto che chiunque tu sia e qualsiasi cosa tu abbia fatto, non poteva andare in modo granché diverso. Ti accorgerai che nella vita ti viene richiesto di fare una certa cosa, e quando sarai alla fine e le somme saranno tirate, sarai stato quella cosa lì, qualsiasi cosa sia. Hai ancora qualche speranza davanti a te, ma un giorno o l'altro scoprirai di essertela lasciata dietro. ..."

Mi piace molto lo stile essenziale di Edward Bunker, che presenta il mondo della delinquenza senza alcuna aura romantica, senza nessuna giustificazione morale (nè condanna) ma senza neanche indulgere nell'autocompiacimento del crimine. Gran scrittore.

lunedì 17 marzo 2008

Pensiero criminale.

Posto un brano tratto dal libro "Come una bestia feroce", di Edward Bunker, che rende bene l'idea del modo di pensare del protagonista, Max Dembo, un criminale incallito:

"... Sarei sceso in guerra contro la società, o forse mi sarei soltanto limitato a riprendere lo ostilità. Non provavo più alcun timore. Mi dichiarai libero da ogni regola, eccetto quelle che io stesso avessi voluto accettare. E anche quelle le avrei mutate a mio piacere. Avrei afferrato tutto ciò che avessi desiderato. Avrei ripreso a essere quello che ero, ma con più determinazione. Un criminale. La mia scelta, il mio totale abbandono delle restrizioni sociali (a patto che la società non me le avesse imposte con la forza) era anche la mia verità. Altri avrebbero scelto di accrescere il più possibile il loro potere. Ma il crimine era il mio mondo, il luogo in cui mi sentivo a mio agio e non lacerato nel profondo. E sebbene si trattasse di una libera scelta, era anche destino. La società mi aveva reso quello che ero, e mi aveva messo al bando per paura di quanto essa stessa aveva creato; ma io andavo fiero di questa mia condizione. ..."

sabato 15 marzo 2008

"Come una bestia feroce", di Edward Bunker: prime impressioni.

Edward Bunker scrive bene. Bene a dire poco. Uno stile che rende onore alla sua biografia da delinquente incallito. Il protagonista del libro, un evidentemente autobiografico Max Dembo, descrive in prima persona il suo tentativo fallito di reinserimento nella società dopo otto anni di galera. Nessuna aura romantica, nessun tentativo di introspezione psicologica o di giustificazione morale. Semplice descrizione della realtà del mondo del crimine, nuda e cruda. Edward Bunker è un grande scrittore.

giovedì 13 marzo 2008

Edward Bunker: una vita spericolata. A dire poco.

Edward Bunker, nato nel 1933 e morto nel 2005, è stato uno scrittore statunitense con un passato da criminale incallito. Nato in una famiglia disastrata, venne prima affidato ai servizi sociali, per passare poi nella devastante realtà del riformatorio, dell'ospedale psichiatrico e infine del carcere. E' proprio in carcere che comincia a scrivere i suoi romanzi noir, che di fatto sono quindi autobiografici. Sarà proprio la letteratura a permettergli di voltare pagina e ritornare alla vita civile, dopo avere passato buona parte della sua vita in gattabuia. Le premesse sono ottime. Adesso comincia la lettura del suo libro "Come una bestia feroce". Vedremo.

mercoledì 12 marzo 2008

Edward Bunker!

Finalmente è arrivato "Come una bestia feroce", di Edward Bunker, ordinato un mese fa. Dopo il geniale "Toni Picotto e il tempio dei sortilegi", divertentissimo libro dello sconosciuto scrittore Uto Grisolfi, cambio ancora una volta completamente genere. Dal Friuli passo ai bassifondi di Los Angeles...

martedì 11 marzo 2008

Recensione del libro "Toni Picotto e il tempio dei sortilegi", di Uto Grisolfi.



Il caso ha voluto che m'imbattessi in questo libro sconosciuto. Dopo tanti pacchi presi da autori blasonati, incredibile trovare tanta qualità e originalità in uno scrittore dal nome mai sentito prima.
Il protagonista Toni Picotto è un'impresario edile incaricato di risistemare un letamaio in una vecchia casa dell'alto Friuli. Per mandare avanti il cantiere si avvale dell'aiuto di due suoi amici: l' ex sindacalista con velleità artistiche Grande Tau e Ico, suo compagno di sbronze e deliri pseudoculturali. I due si sono messi in testa di realizzare un improbabile progetto culturale che si pone come obiettivo la riscoperta delle radici celtiche del popolo friulano. A tal fine decidono di mettere in scena nelle sperdute osterie della Carnia delle rappresentazioni di antichi poemi, improvvisandosi novelli bardi. Ovviamente la cosa non va a buon fine. In seguito a questa e a altre esperienze frustranti, il Grande Tau decide di abbandonare gli impegni lavorativi presi e di partire per un ancora più delirante viaggio iniziatico in Nepal. Nonostante la defezione del Grande Tau, Toni Picotto riesce comunque a portare a termine il lavoro assegnatogli. Nel corso dei lavori si scoprirà comunque che il letamaio sorge sopra i resti di un'antico luogo di culto celtico, teatro delle cerimonie rituali di una misteriosa setta di iniziati. Sarà proprio durante una di questi riti iniziatici che il Grande Tau - dopo avere miseramente fallito nel concretizzare il suo viaggio iniziatico - e i suoi amici affronteranno l'ira dell'antica divinità Gwiddyon e dei suoi discepoli, con esiti nefasti ancorchè esilaranti.
Lo stile di Uto Grisolfi è fresco, asciutto, essenziale, eminentemente basato su dialoghi similmente alla narrativa d'oltroceano e lontano anni luce dai barocchismi e dagli orpelli stilistici a cui tanti blasonati autori nostrani ci hanno abituato. L'autore ha genialmente creato una serie di personaggi fortemente caratterizzati, efficacemente rappresentati con dialoghi molto divertenti e battute spassose, che si trovano a vivere una storia farcita di trovate originali e situazioni esilaranti rese magistralmente. Un'autore con una cifra stilistica personalissima che ha saputo regalarmi diverse ore di assoluto piacere e divertentissimo godimento, e del quale spero di potere leggere quanto prima altre opere. Grazie, Uto Grisolfi!

lunedì 10 marzo 2008

Altra perla dal libro "Toni Picotto e il tempio dei sortilegi", di Uto Grisolfi.

Difficile selezionare un pezzo particolarmente significativo all'interno di questo libro, in quanto l'autore Uto Grisolfi è abilissimo nel creare situazioni grottesche, facendo largo uso dei dialoghi per caratterizzare dei personaggi molto divertenti. In questo breve brano, il povero Toni Picotto è alle prese con il delirante ingegnere Roncazzi della Rovere, incaricato di seguire l'andamento dei lavori di ristrutturazione di un letamaio di una casa dell'alta Carnia.

..."Vede signor Picciotto, la dottoressa Provolich è una geologa. Si occuperà della determinazione del volume reale della massa di materia organica attualmente immagazzinata nella concimaia” chiosa l'ingegnere tutto eccitato, che prosegue alzando il tono della voce: ”Lei adesso mi chiederà: ma come fa a determinare l'esatto volume del materiale organico, visto che quello presente sotto il livello del suolo non è visibile? Non è vero, signor Ricotto? Su, forza: lo dica!!”
“Veramente mi chiamo...”
"La sua è una domanda lecita, ma io le rispondo: facendo dei banali carotaggi, caro signor Bucotto!” lo interrompe l'ingegnere, che continua sbraitando: ”E adesso la sua domanda successiva sarà: va bene, adesso abbiamo il dato relativo al volume ATTUALE di massa organica presente nella concimaia, perfetto, ma ora, caro ingegner Roncazzi della Rovere, come faremo a calcolare l'andamento FUTURO della stratificazione della massa organica nella concimaia?! Non è vero, signor Picciotto? Su, forza: LO CHIEDA!!”
"Ma che importanza...”
“La sua è una domanda lecita, e io le rispondo: un team di medici veterinari, caro signor Ricotto! AHAHAH!"...


domenica 9 marzo 2008

Uto Grisolfi, se ci sei batti un colpo

Ieri mentre continuavo la lettura del piacevolissimo libro "Toni Picotto e il tempio dei sortilegi" ho realizzato che è stranissimo che dell' autore Uto Grisolfi non si sappia nulla. Le uniche voci che compaiono da una ricerca su Google sono quelle relative al mio blog e quelle del sito di Lulu dove il libro è a catalogo. Peraltro la copia in mio possesso non riporta indicazioni in tal senso. Visto che questo libro mi ha regalato momenti di irresistibile ilarità, mi piacerebbe sapere se questo autore ha pubblicato altre opere. Continuo a indagare su questo misterioso autore...


sabato 8 marzo 2008

Perle di saggezza dal libro di Uto Grisolfi "Toni Picotto e il tempio dei sortilegi".

Posto un breve scambio di battute tra il protagonista Toni Picotto, solido impresario edile friulano, e il suo amico Grande Tau, emerito cialtrone ex sindacalista fallito con velleità artistiche, dove si può apprezzare lo stile di Uto Grisolfi nel rendere il delirante e divertente universo mentale dei suoi personaggi. Uno stile decisamente più accattivante degli inutili barocchismi di Alessandro Baricco.

...
"... Te lo dico con affetto, Toni, sai quanto ti stimo, ma tu hai una mentalità troppo borghese. Cerca di aprire la mente, di guardare il mondo con gli occhi dell'artista: la vita va goduta al di là dei piccoli schemi che ci vengono imposti! Tantissimo! Tutti sono capaci di uscire con una e portarsela a letto la prima sera! Troppo facile. Noi artisti invece sappiamo che la vita è breve, quindi ci comportiamo di conseguenza. Vogliamo godercela. Tantissimo!”
“Sarà, ma portarmi a letto una la prima volta che ci esco insieme è un ottimo modo di godermi la vita. Forse lo dico perchè è un po' che con le donne non mi gira bene, ma io la vedo così. E non mi sembra un discorso poi molto borghese.”
“Eh eh eh... vedi Toni, il fatto è che tu sei troppo preso dalla tua impresa edile, hai troppi pensieri inconcludenti in testa. Guarda che te lo dico con affetto, sai quanto ti stimo! Noi artisti, noi veri bohémien invece guardiamo il mondo con occhio diverso, è per questo che le donne crollano in estasi ai nostri piedi! Non ce la fanno proprio a resistere. Tentano, poverine, per poi fallire miseramente, gemendo imploranti. Tantissimo!!”
...

giovedì 6 marzo 2008

Uto Grisolfi: la piacevole scoperta di un'autore sconosciuto.

Continua la piacevole lettura delllo spassosissimo libro "Toni Picotto e il tempio dei sortilegi", dello sconosciuto scrittore Uto Grisolfi. La storia comincia a prendere forma. Geniale. Un ex sindacalista fallito con velleità artistiche, il Grande Tau, e il suo compagno d'avventure, Ico, si imbarcano in un delirante progetto teso a fare riscoprire le proprie radici celtiche agli abitanti della Carnia (alto Friuli). Questa iniziativa - denominata Rinascita Celtica - prevede delle esibizioni dei due in improbabili declamazioni di antiche odi celtiche in sperdute osterie. Inutile dire come vanno a finire le declamazioni...
Il Grande Tau - povero cialtrone complessato - si fa poi abbindolare da una maga che, raccontandogli una marea di assurdità, riesce a abbindolarlo e a ripulirlo per bene di quattrini, convincendolo di essere un eletto che per terminare il suo processo di crescita interiore deve intraprendere un viaggio iniziatico. Nel contempo di inserisce la figura di Toni Picotto, impresario edile che per sbarcare il lunario accetta di ristrutturare un letamaio in una sperduta spelonca della Carnia, avvalendosi dell'aiuto di Ico e del Grande Tau.
Uto Grisolfi scrive bene, puntando molto sui dialoghi, scrivendo un libro divertentissimo di difficile classificazione. Una cosa è certa: Uto si deve essere divertito un mondo nello scrivere questa storia al limite del surreale. E ci si diverte un sacco a leggerla.

mercoledì 5 marzo 2008

"Toni Picotto e il tempio dei sortilegi", di Uto Grisolfi: prime impressioni.

Oggi mi sono ritagliato una manciata di minuti per leggere alcune pagine di questo autore sconosciuto. Spassosissimo. Uno stile fresco e accattivante, lontano anni luce dai barocchismi inutili di Alessandro Baricco, una storia per il momento costruita sui dialoghi, senza nessuna pretesa di introspezioni psicologiche, riflessioni filosofiche o velleità moralistiche. Il risultato è un gustosissimo racconto al limite del surreale, dove dei personaggi alanfordiani (mi rendo conto che questo termine è abbastanza indefinito, ma nel mio immaginario calza alla perfezione) si trovano a vivere delle situazioni paradossali. La storia nel suo insieme per il momento stenta a prendere forma, ma le premesse sono ottime. Lo scrittore Uto Grisolfi è veramente una piacevole sorpresa. Alla facciaccia degli autori blasonati (tanto per citare Encantada).

martedì 4 marzo 2008

Una giornata cominciata male e finita peggio.

Oggi mi sono alzato con i postumi della libagione di ieri sera. Ho agonizzato tutta la giornata sul lavoro. Torno a casa distrutto, e scopro che il circo equestre degli amici di Mauro Corona è ritornato a spammeggiare sul mio blog, probabilmente richiamati dall'inutile libro "Barnum. Cronache dal Grande Show", scritto nello stile barocco di Alessandro Baricco. Come non bastasse, mi tocca anche - per la prima volta da quando ho aperto questo blog - cancellare un commento scandaloso postato da un coglionazzo da ricovero alla croce verde. Che tristezza...
Raccolgo le ultime forze e mi trascino nel letto, dove spero di riuscire a leggere almeno le prime pagine del libro "Toni Picotto e il tempio dei sortilegi", dello scrittore Uto Grisolfi, prima di collassare in un sonno (spero) ristoratore.

lunedì 3 marzo 2008

In attesa di Edward Bunker.

Siamo ormai alla farsa. Il libro "Come una bestia feroce", di Edward Bunker, ordinato quasi venti giorni fa, non è ancora arrivato. In libreria un commesso imbarazzatissimo ha balbettato frasi sconnese di difficile interpretazione, concludendo che mi telefonerà non appena arriva. Mah! Mi chiedo se in questo momento in una dimenticata segreta in un oscuro monastero un monaco amanuense non stia ricopiando su carta pergamena il lavoro di Edward Bunker... magari aspettando che passi il monaco tibetano per la consegna (ovviamente a piedi). Comunque non ho avuto il coraggio di comprare nessun altro libro, essendo ancora disgustato dalla lettura dell'inutile "Barnum. Cronache dal Grande Show", dell' autorefenziale parolaio Alessandro Baricco.
Comunque il problema (se così vogliamo chiamarlo) della scelta della prossima lettura si è risolto da solo. Questa sera ho cenato con vecchi amici, che non vedevo da un sacco tempo. Rivedersi dopo tanti anni è bellissimo. Una serata memorabile, passata a ricordare i vecchi tempi, abbondantemente innaffiata da ottimo vino (e non solo). Uno dei miei amici mi ha regalato un libro, del quale mi ha cantato inni di lode (spero non per i fumi dell'alcol...). Si intitola "Toni Picotto e il tempio dei sortilegi", l'autore è lo sconosciuto scrittore Uto Grisolfi. Vedremo.
Adesso me ne vado a letto, a smaltire il pasto pantagruelico (o almeno spero). Domani si va a lavorare, fare una libagione lunedì sera è sempre una pessima cosa (guardando la cosa dal punto di vista di martedì mattina...).

domenica 2 marzo 2008

Recensione del libro "Barnum. Cronache dal Grande Show", di Alessandro Baricco.


Questo libro raccoglie una selezione delle recensioni scritte dallo stesso Baricco nell'omonima rubrica settimanale apparsa su "La Stampa". Gli articoli sono tutti lunghi esattamente ottanta righe, e sono stati scelti dallo stesso Baricco e ripubblicati senza modifiche. Ho comperato questo libro perché pensavo di trovare delle recensioni interessanti e intelligenti su numerosi eventi culturali e mondani che si sono susseguiti in Italia e all'estero per diverso tempo. Insomma, una specie di memoria storica su vari eventi mediatici, che presentasse interessanti spunti di riflessione. Mi sbagliavo di grosso. Baricco fa largo uso del suo linguaggio ricercato e ridondante, aggiungendo un pizzico di saccentismo da tuttologo che lo rende quasi irritante. Insomma un libro che risulta essere un incoerente guazzabuglio di tematiche e argomenti vari, tutti trattati in modo superficiale, estremamente povero di contenuti, avvilente nel suo insieme. Rimane solo un'esercizio stilistico, nel quale in effetti devo riconoscere che Baricco è una spanna sopra la media. Se leviamo gli arzigogoli letterari rimane comunque una lunga sequenza di luoghi comuni e frasi fatte. Una cocente delusione, finire di leggere queste duecento pagine scarse è stata per me una vera agonia.

sabato 1 marzo 2008

Alessandro Baricco: uno stile irritante.

La lettura del libro "Barnum. Cronache dal Grande Show", dello scrittore Alessandro Baricco sta diventando una fatica di Sisifo. Una fatica inutile. I contenuti sono inconsistenti, lo stile è spesso così arzigogolato da risultare semplicemente irritante. Difficilmente non finisco di leggere un libro. Ma con Baricco credo che farò un'eccezione alla regola. A tutto c'è un limite.