giovedì 28 febbraio 2008
Baricco, tu mi deludi.
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mercoledì 27 febbraio 2008
Spegniamo la televisione.
"Ci salva dall'impellenza di capirlo il fatto, in sé salvifico, che si tratta poi solo di un fantasma dell'etere. Basta, per farlo sparire, che un dito decida nella sua modestia di non seguire traguardi utopici come il culo del futuro, e si dedichi molto più mitemente al dimesso sforzo di transitare da un pulsantino all'altro. Lieve pressione e tutto è finito. Basta un click.
Click."
Un concetto semplice: la televisione spesso trasmette pattume, ma la soluzione è a portata di mano. Basta spegnerla. In troppi non lo fanno.
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martedì 26 febbraio 2008
Barnum: un circo eterogeneo. Anche troppo.
"Lunedì ha inaugurato il cartellone filarmonico del Teatro Olimpico, a Roma. Teatro orrendo, a voler essere precisi, ma lui li ama, i teatri orrendi, non ho mai capito perché, ma sembra che vada a cercarseli. Davvero. Pubblico delle grandi occasioni, tutti già preventivamente entusiasti, ognuno al sicuro nella certezza di assistere a un grande evento. Comprensibile. Persino giusto, volendo."
Faccio due brevi considerazioni:
- Ho come l'impressione che l'autore curi troppo la forma e troppo poco la sostanza. Alle volte ho l'impressione di leggere una versione intellettualizzata di Fabio Volo.
- La situazione descritta da Baricco in questo brano l'ho vissuta più volte a teatro: c'è tanta gente che va a vedere uno spettacolo con un opinione già predefinita. Meglio che se ne stia a casa.
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lunedì 25 febbraio 2008
Barnum.
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domenica 24 febbraio 2008
Recensione del libro "Il viaggiatore Notturno", di Maurizio Maggiani.
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sabato 23 febbraio 2008
I bambini.
"So che potevano esserci mille motivi perché ci fossero due bambini lì. Proprio in quel giorno per niente adatto, proprio in quell'ora così poco confacente a due bambini soli. Proprio in quel posto.
Quello che sanno fare i bambini è essere sempre fuori posto, se non sapete guardare le cose con i loro occhi. Se non conoscete quello che sanno architettare e non sapete giocare ai giochi che vogliono giocare"
Maurizio Maggiani ha costruito un racconto molto poetico che è di fatto un perfetto e delicato intarsio di diverse storie, con continui flashback e interessanti riflessioni sul'Uomo e sulla vita. Lo ripeto: questo libro è un piccolo gioiello.
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venerdì 22 febbraio 2008
Charles Eugéne de Foucauld.
Sto leggendo il libro "Il viaggiatore notturno", di Maurizio Maggiani. Un'ottima lettura. L'autore spesso cita i pensieri di Charles Eugéne de Foucauld. Incuriosito, ho fatto una piccola ricerca su questo personaggio. Nacque nel 1858 a Strasburgo, in una famiglia nobile. Dilapidò in giovinezza una cospiqua eredità conducendo una intensa vita mondana, passò diversi anni nell'esercito francese dove si distinse per le sue qualità di soldato, partecipando successivamente a delle spedizioni geografiche in Marocco. Poi un lento riavvicinamento al cattolicesimo, che lo portò a ordinarsi sacerdote nel 1901. Lo stesso anno si stabilì in algeria, nel deserto del Sahara, ai confini del Marocco. Costruì un eremo a Tamanrasset, nell'Hoggar, una delle regioni più povere e desolate del mondo, dove è ambientato larga parte del libro di Maurizio Maggiani. Vicino all'eremo realizzò anche un rifugio per difendere i locali dagli assalti dei predoni. Morì in circostanza poco chiare, ammazzato a colpi d'arma bianca da sconosciuti. Una vita intensa. Questo curioso personaggio aleggia in tutto il libro di Maurizio Maggiani, con molte citazioni del suo pensiero e della sua vita. Non si impara mai abbastanza.
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mercoledì 20 febbraio 2008
Maurizio Maggiani: finalmente uno scrittore italiano che mi fa sognare.
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martedì 19 febbraio 2008
Il prossimo libro.
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lunedì 18 febbraio 2008
Recensione del libro "Foresta di cristallo", di James Graham Ballard.
Un classico romanzo di fantascienza, scritto con molto mestiere e con una piacevole venatura di decadentismo che pervade tutto il racconto. L'ho letto di getto, in poche ore. La storia è molto coinvolgente, Ballard è uno scrittore veramente capace, lontano mille miglia dall'inutilità di Federico Moccia e dalla banalità di Fabio volo, tipici esponenti del mediocre quadro letterario italiano contemporaneo. "Foresta di cristallo" non è certo un capolavoro della letteratura, per me comunque è stato un balsamo per lenire i postumi della lettura dell'orrendo "100 colpi di spazzola prima di andare a dormire", libro-cesso scritto da Melissa Panarello.
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domenica 17 febbraio 2008
Il piacere di leggere un buon libro.
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venerdì 15 febbraio 2008
Fuga nella fantasia.
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mercoledì 13 febbraio 2008
Recensione del libro "100 colpi di spazzola prima di andare a dormire", di Melissa Panarello.
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L'alto spessore culturale di Melissa Panarello.
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martedì 12 febbraio 2008
Federico Moccia: pensavo fosse il peggio della letteratura italiana contemporanea. Mi sbagliavo.
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lunedì 11 febbraio 2008
100 colpi di spazzola prima di andare a dormire: puro pattume.
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domenica 10 febbraio 2008
Melissa Panarello.
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sabato 9 febbraio 2008
Recensione del libro "Contro il fanatismo", di Amos Oz.
"Nel mio mondo, la parola compromesso è sinonimo di vita. E dove c'è vita ci sono compromessi. Il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo, morte."
La seconde lezione può essere vista come una ricerca dei metodi per combattere il fanatismo, calando questo problema nella realtà mediorientale. Amos Oz rimane su posizioni in fondo molto idealistiche, confidando nella letteratura come rimedio all'intransigenza, pur essendo consapevole dei limiti di questo pensiero. Lasciamo parlare l'autore:
"L'oltranzista è un punto esclamativo ambulante. Allora, come guarire un fanatico? Lo scontro tra povertà e ricchezza è certamente uno dei problemi più assillanti del mondo, ma sarebbe, come si è già detto, una diagnosi errata interpretare in questo modo l'attacco in America dell'11 settembre. Non si tratta di un conflitto tra chi ha e chi non ha. ... Questa è una battaglia fra fanatici convinti che il fine, qualunque sia questo fine, giustifichi i mezzi, e noi altri, convinti invece che la vita sia un fine, e non un mezzo. E' una battaglia fra coloro per i quali la giustizia, in qualunque modo essi intendano questa parola, è più importante della vita, e noi che pensiamo che la vita venga prima di tantissimi valori, convinzioni o fedi. ... secondo me una piccola, prudente dose di immaginazione potrebe servire come parziale, limitata immunità al fanatismo. ... Ora vorrei potervi dire che la letteratura è sempre la risposta, perchè la letteratura contiene un antidoto al fanatismo, per il fatto stesso di iniettare immaginazione nei suoi lettori. ... Sfortunatamente non è così semplice."
La terza lezione - forse quella meno interessante dal punto di vista letterario - passa dal piano personale - filosofico a quello pratico, con la soluzione politicamente applicabile secondo l'autore per risolvere il conflitto israelo - palestinese. Amos Oz propone il ritiro israeliano dai territori occupati. Una soluzione dolorosa ma inevitabile. Un compromesso, appunto.
In definitiva un libro breve ma interessante che offre molte occasioni di riflessione, lasciando in fondo un messaggio di speranza nell'uomo e nella cultura. Spero che tu abbia ragione, Amos!
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venerdì 8 febbraio 2008
Amos Oz si conferma un ottimo scrittore.
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giovedì 7 febbraio 2008
Ci sono cascato: ho comprato un altro libro di Amos Oz.
"Nel mio mondo, la parola compromesso è sinonimo di vita. E dove c'è vita ci sono compromessi. Il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo, morte."
Interessante. Leggo il prezzo: 4 euro e 50 centesimi. Sul quale c'è uno sconto del 25%. Considerato che poco tempo fa ho speso 8 euro per comprare l'insipido "Vajont: quelli del dopo", del meno che mediocre Mauro Corona, l'ho comprato all'istante. Lo leggerò subito.
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mercoledì 6 febbraio 2008
Recensione del libro "La luna è tramontata", di John Steinbeck.
...
"Vedete, signore, nulla può mutare la situazione. Voi sarete disfatti e scacciati" La sua voce era morbida, sommessa. "I popoli non amano essere conquistati e per questo non lo saranno. Gli uomini liberi non possono scatenare una guerra, ma una volta che questa sia cominciata possono continuare a combattere nella sconfitta. Gli uomini-gregge, seguaci di un capo, non possono farlo, ed ecco perchè sono sempre gli uomini-gregge che vincono le battaglie e gli uomini liberi che vincono le guerre. Vi accorgerete che è così, signore"
...
In definitiva un buon libro, scritto in modo semplice, scorrevole e coinvolgente: si può tranquillamente leggere in due ore scarse. Dal mio punto di vista non lo considero un capolavoro o un'opera particolarmente avvincente, devo però dire che leggerlo mi ha fatto prendere maggiore coscienza della mediocrità di certi autori contemporanei, ad esempio il deplorevole Federico Moccia, tanto per citarne uno. Libri come "La luna è tramontata" - pur nella loro semplicità - sono altamente educativi sia nella forma che nei contenuti. Pensare che le nuove generazioni ignorino questi testi e si entusiasmino leggendo autentica spazzatura pseudoculturale - come l'assurdo "Tre metri sopra il cielo", del succitatao Federico Moccia - mi riempie il cuore di tristezza.
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martedì 5 febbraio 2008
"La luna è tramontata", di John Steinbeck: prime impressioni.
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lunedì 4 febbraio 2008
Il nuovo libro: torno ai classici della letteratura.
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domenica 3 febbraio 2008
Recensione del libro "Non dire notte", di Amos Oz.
Noa e Theo sono una coppia in crisi. Lui è un sessantenne architetto di successo ormai stanco di lottare e pago della vita intensa che ha vissuto. Lei è un'isegnante di lettere quindici anni più giovane, ancora grintosa e con tanta voglia di mettersi in gioco. L'improvvisa morte per fatti di droga di uno dei suoi allievi è l'evento che rischia di fare saltare i già fragili equilibri della coppia. Il genitore del ragazzo - un addetto alla sicurezza che lavora all'estero - decide infatti di aprire un centro di recupero per tossicodipendenti e chiede l'aiuto di Noa. Questa si getta a capofitto nel progetto, mentre Theo sembra indifferente alla cosa. Viene aiutata da un'eterogenea compagine dei persone: Ludmir, idealista e nevrotico divorziato, Muki, agente immobiliare che gioca a fare il dongiovanni e Linda, una introversa divorziata. Il gruppo deve scontrarsi con la sorda ostilità della popolazione di Tel Kedar, piccola cittadina che sorge nel deserto israeliano dove è ambientata la storia.
Questo bellissimo romanzo non ha nulla a che fare con la guerra, con la politica, con la Shoah, con le problematiche legate alla convivenza con il mondo musulmano. Amos Oz si tiene ben lontano dal campo minato costituito da queste problematiche. Peraltro già inflazionate. Tutto il libro ruota invece all'evoluzione del rapporto tra Noa e Theo. Amos Oz indaga con grande discrezione e poesia nell'animo dei due protagonisti, senza mai cadere nella trappola delle analisi psicologiche, dei giudizi o della pedanteria. Il libro è prevalentemente scritto in prima persona, fornendo al lettore il punto di vista di entrambi i protagonisti. Punto di vista privilegiato, che permette di sorridere sui malintesi che si vengono a creare tra Theo e Noa. Intorno alla coppia si muove un universo multiforme costituito da vari personaggi immersi nella loro quotidianità. Sullo sfondo è sempre presente il deserto, con il suo carico di fascino e mistero.
Riassumendo si tratta di un ottimo libro, intelligente, delicato, scritto benissimo e fondamentalmente positivo. Il messaggio di Amos Oz mi sembra molto chiaro: la vita è dura, tutti - chi più chi meno - siamo vittime dei nostri schemi mentali, subiamo le circostanze della vita, oscillamo incoerentemente tra ideale e necessità, ma in fondo quello che rimane sono i sentimenti. Quelli veri.
Ho scoperto un'autore che sicuramente rileggerò. Metto questo libro nella sezione "I migliori libri che ho letto da quando ho aperto questo blog". Consiglio caldamente la sua lettura.
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sabato 2 febbraio 2008
Amos Oz e il Medioriente.
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