domenica 1 giugno 2008

Se questo è un uomo.


Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.


(da "Se questo è un uomo", di Primi Levi)

3 commenti:

encantada ha detto...

Belissima poesia. Epigrafe della mostruosità in cui può sprofondare l'uomo.

algor ha detto...

La foto è terribile. Avvilente vedere a quali assurde aberrazioni si può abbassare l'uomo...

whiteknight ha detto...

Per algor: ne ho trovate di peggio, ma questa rende bene l'idea senza esagerare.

Per encantada: speriamo che l'umanità abbia imparato la elzione. Ne dubito molto.