mercoledì 2 gennaio 2008

Manuel Vazquez Montalban, un modo di scrivere decisamente poco fluido.

Prosegue la lettura del libro "Assassinio al Comitato Centrale", dello scrittore spagnolo Manuel Vazquez Montalban. Sono ben oltre la metà. Nonostante la storia si sia ripresa un minimo (l'inizio era a dir poco agonico), devo dire che sono sempre più perplesso sullo stile di questo scrittore, del quale avevo letto recensioni entusiastiche. Mah. Una prima particolarità è che il libro non è diviso in capitoli. E' un unico blocco di 220 pagine. Questo fatto già di per sé non aiuta il lettore. A dare il colpo di grazia è il modo di scrivere di Montalban, estremamente cerebrale, con continui flashback difficilmente riconoscibili all'interno della storia. Nel racconto ci sono poi molti personaggi minori, i cui incasinati nomi in spagnolo costringono a continue riletture per cercare di capire di chi si sta parlando. Dato che il racconto non è diviso in capitoli, ritrovare il punto giusto non è facile. Ulteriore confusione è prodotta dalle continue descrizioni di cibarie e preparazioni di pietanze varie, del tutto inessenziali dal punto di vista del racconto in sé. La storia è poi a dir poco estremamente semplice, quasi banale nel suo sviluppo. Anni luce di distanza da Agatha Christie. Insomma di questo libro e del suo autore si salva ben poco.

2 commenti:

algor ha detto...

Neanche a me piace molto questo scrittore. Questo suo libro, a dire la verità, non l'ho letto, però sono d'accordo con te, non si può dire che scriva in modo fluido!

whiteknight ha detto...

Già. Per me è stata una vera delusione. Grazie del passaggio.