Continua la lettura del libro "Non dire notte", dello scrittore israeliano Amos Oz. Una lettura piacevole. Apprezzo molto il tentativo dell'autore di parlare di una "normale" storia - che potrebbe essere benissimo ambientata in una qualsiasi cittadina italiana - nella drammatica realtà mediorientale. Un tentativo pienamente riuscito, secondo me. Un libro poetico, che mette in luce una grande verità: le dinamiche sociali e psicologiche tra gli esseri umani sono più o meno sempre le stesse. Amos Oz indaga con grande poesia e leggerezza nell'evoluzione del rapporto di coppia tra i due protagonisti, nella loro vita e nelle reazioni che può suscitare in una piccola realtà di provincia l'apertura di un centro di recupero per tossicodipendenti. Questo senza mai esprimere giudizi, ma al contrario lasciando una grande speranza: in fondo nel mondo c'è tanta gente che cerca di fare qualcosa per migliorare la vita su questo pianeta. Con umiltà, senza aspettarsi grandi cose. Amos Oz non ha il successo che merita: tra l'altro scrive benissimo, giocando con la prima e la terza persona, con continui flashback che però nulla tolgono alla comprensibilità della storia.
mercoledì 30 gennaio 2008
Amos Oz, interessante scrittore israeliano non molto noto.
Pubblicato da whiteknight alle 05:33
Etichette: amore, amos oz, israeliano, non dire notte, scrittore, speranza
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4 commenti:
Sembra un bel libro, da come ne parli. Scusami ancora per l'infelice commento che ho fatto nel post precedente! Mi vergogno moltissimo!
Se può esserti di consolazione, anche io avevo subito assimilato l'idea di un'ambientazione araba, nonostante Oz sia israeliano.
Mal comune...
Si potrebbe dare una possibilità a questo scrittore.
E' facile confodersi con tutti questi nomi...
Per barby e holygirl: non vedo il problema, francamente. Comunque Amos Oz è - secondo me - proprio un'autore che merita.
Per barby, holigirl e algor: anche io ogni tanto mi incasino...
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