Questo giallo è ambientato nella Lousiana, nel 1927. In una vecchia casa - sulla quale circolano strane voci - si riunisce un'eterogenea compagnia di vecchi e nuovi amici. La padrona di casa ci lascia le penne in modo apparentemente inspiegabile. Poco dopo anche suo fratello subisce un'aggressione da parte di uno sconosciuto, alla quale tuttavia riesce a sopravvivere. Diverse persone cominciano a indagare, in modo farraginoso. Alla fine si scoprirà il colpevole, dopo duecento pagine di supposizioni, vuoti vaniloqui e perdite di tempo varie. Non spiego tutta la trama perché sarebbe un'altra stucchevole perdita di tempo. Ci sono molti personaggi (troppi, molti inutili), trattati abbastanza superficialmente e tra i quali è facile perdersi. L'autore si dilunga troppo, molti dettagli che alla fine si rivelano essere fondamentali sono solo accennati e si perdono in una marea di inutilità, il libro nel suo insieme appare troppo diluito e la tensione che si respira nelle prime pagine si perde per strada, lasciando il campo prima a una semplice curiosità e poi a una sequela di annoiati sbadigli. Un libro del tutto mediocre. Peccato.
martedì 20 maggio 2008
Recensione del libro "La casa", di John Dickson Carr.
Questo giallo è ambientato nella Lousiana, nel 1927. In una vecchia casa - sulla quale circolano strane voci - si riunisce un'eterogenea compagnia di vecchi e nuovi amici. La padrona di casa ci lascia le penne in modo apparentemente inspiegabile. Poco dopo anche suo fratello subisce un'aggressione da parte di uno sconosciuto, alla quale tuttavia riesce a sopravvivere. Diverse persone cominciano a indagare, in modo farraginoso. Alla fine si scoprirà il colpevole, dopo duecento pagine di supposizioni, vuoti vaniloqui e perdite di tempo varie. Non spiego tutta la trama perché sarebbe un'altra stucchevole perdita di tempo. Ci sono molti personaggi (troppi, molti inutili), trattati abbastanza superficialmente e tra i quali è facile perdersi. L'autore si dilunga troppo, molti dettagli che alla fine si rivelano essere fondamentali sono solo accennati e si perdono in una marea di inutilità, il libro nel suo insieme appare troppo diluito e la tensione che si respira nelle prime pagine si perde per strada, lasciando il campo prima a una semplice curiosità e poi a una sequela di annoiati sbadigli. Un libro del tutto mediocre. Peccato.
Pubblicato da whiteknight alle 14:31
Etichette: classico, giallo, John Dickson Carr, la casa, recensione, scrittore
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7 commenti:
Hi hi hi... c'è ancora chi legge queste anticaglie...
Già... comunque non tutte le anticaglie sono uguali...
Guarda me!
:) Neve.
Azz... ti butti già via così? :)
No anzi, adoro le anticaglie: hanno un sapore interessante. Mi preferisco ora che quindici anni fa... Come il vino in barrique!!!
(che modestia)
Neve.
neve, sei troia ma sei una gran figa!!!!
wk
WK? sei l'alter ego di Whiteknight?
Neve.
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