mercoledì 2 aprile 2008

"Arcobaleno", di Banana Yoshimoto: prime impressioni.

Che dire. Questo libro è scritto in maniera molto semplice e lineare. Forse anche troppo. La protagonista, la giovane Eiko, neanche a dirlo orfana di padre e ben presto anche di madre, si concede una vacanza a Tahiti. Ne approfitta per fare una ricapitolazione delle ultime vicende della sua vita, consumata prima come cameriera in un ristorante a Tokio e poi come governante nella casa del proprietario dello stesso, che sta attraversando una profonda crisi coniugale. Insomma ci sono molti degli elementi di "Kitchen", primo libro della Yoshimoto che ho letto e che mi ha folgorato: una giovane donna sola e orfana, la morte delle persone care, la falsità della vita nelle grandi città, la solitudine, il rifugiarsi nel piacere delle piccole cose quotidiane come rimedio alle avversità dell'esistenza moderna. Non c'è traccia invece (per il momento) degli elementi surreali/fantasy che arricchivano "kitchen", mentre anche la struttura del racconto è molto più semplice e meno avvincente.

2 commenti:

algor ha detto...

Bhè... difficile per un autore mentenere standard elevati in tutti i suoi libri.

whiteknight ha detto...

Già. Amara constatazione, ma è proprio così! :(